[...] Ogni gesto
armonioso e rude
mi fu d’esempio;
ogni arte mi piacque,
mi sedusse ogni dottrina,
m’attrasse ogni lavoro.
Invidiai l’uomo
che erige un tempio
e l’uomo che aggioga un toro,
e colui che trae dall’antica
forza dell’acque
le forze novelle,
e colui che distingue
i corsi delle stelle,
e colui che nei muti
segni ode sonar le lingue
dei regni perduti.
Tutto fu ambìto
e tutto fu tentato.
Quel che non fu fatto
io lo sognai;
e tanto era l’ardore
che il sogno eguagliò l’atto. [...] (G.D'Annunzio, Laus Vitae)
Ritengo che le parole del Vate rispecchino il mio sentire in toto: [...] e tanto era l'ardore/che il sogno eguagliò l'atto. [...]