Alcune classi del Liceo Scientifico “E. Fermi” (III B, IV B, IV D, III E, IV E, III F) hanno partecipato all’edizione di Aprile del Festival della Filosofia, svoltasi in Campania tra le località di Paestum, Marina di Ascea, Casalvelino, Casalnuovo e Vallo della Lucania). Gli allievi sono stati impegnati in laboratori didattici, dialoghi filosofici e passeggiate filosofiche, coadiuvati da un gruppo di volontari formato da allievi dei licei del luogo. Le passeggiate filosofiche hanno combinato insieme l’interesse per l’arte con quello della filosofia presentata attraverso le interpretazioni di passi presentati dagli attori appartenenti all’Associazione culturale responsabile del Festival. Esperienza faticosa per i tempi ristretti, ma meravigliosa. Senza dubbio da rifare!!!
Un video girato per i 50 anni del Morandi catanzarese a cura di Davide Lamanna e del collega Nicola Chiriano, che nel video successivo presenta i risultati svolti dal Comitato Ponte 50:
Stamane si sono concluse le immissioni in ruolo di infanzia e primaria (comune e sostegno) da GM (concorso ordinario 2016 - Regione Calabria).
Il collega Francesco Scerbo, docente di Matematica e Fisica, insieme ad una rappresentanza di allievi, presenta le attività del Liceo Scientifico L. Siciliani di Catanzaro
Festival della Filosofia 7-11.04.2014 Marina di Ascea – Velia and other
Tavola rotonda III A – III F Liceo Scientifico “E. Fermi” CZ Lido (2013-2014)
La Tavola rotonda è stata divisa in due momenti: il primo, moderato dall’allieva F.M. ha avuto per tema l’infinito, filosofico matematico e fisico, presentato inizialmente dai ragazzi e poi dal fisico, il prof. Alessandro Fantini. Il secondo momento, moderato dall’allieva A.V., è stato dedicato alla domanda: Esiste Dio? Anche in questo caso i ragazzi hanno avuto la possibilità di confrontarsi con l’uomo di scienza, soprattutto per ciò che concerne il binomio scienza – fede. Il Dirigente scolastico ha mostrato apprezzamento per l’iniziativa e ha ricordato ai ragazzi che nel Liceo sono in corso sperimentazioni di flipped classroom.
Gabriele D'Annunzio - Laus Vitae I
O Vita, o Vita,
dono terribile del dio,
come una spada fedele,
come una ruggente face,
come la gorgóna,
come la centàurea veste;
o Vita, o Vita,
dono d’oblìo,
offerta agreste,
come un’acqua chiara,
come una corona,
come un fiale, come il miele
che la bocca separa
dalla cera tenace;
o Vita, o Vita,
dono dell’Immortale
alla mia sete crudele,
alla mia fame vorace,
alla mia sete e alla mia fame
d’un giorno, non dirò io
tutta la tua bellezza?
Chi t’amò su la terra
con questo furore?
Chi ti attese in ogni
attimo con ansie mai paghe?
Chi riconobbe le tue ore
sorelle de’ suoi sogni?
Chi più larghe piaghe
s’ebbe nella tua guerra?E chi ferì con daghe
di più sottili tempre?
Chi di te gioì sempre
come s’ei fosse
per dipartirsi?
Ah, tutti i suoi tirsi
il mio desiderio scosse
verso di te, o Vita
dai mille e mille vólti,
a ogni tua apparita,
come un Tìaso di rosse
Tìadi in boschi folti,
tutti i suoi tirsi!
Nessuna cosa
mi fu aliena;
nessuna mi sarà
mai, mentre comprendo, mondo
Laudata sii, Diversità
delle creature, sirena
del mondo!
Talor non elessi
perché parvemi che eleggendo
io t’escludessi,
o Diversità, meraviglia
sempiterna, e che la rosa
bianca e la vermiglia
fosser dovute entrambe
alla mia brama,
e tutte le pasture
co’ lor sapori,
tutte le cose pure e impure
ai miei amori;
però ch’io son colui che t’ama,
o Diversità, sirena
del mondo, io son colui che t’ama.
Vigile a ogni soffio,
intenta a ogni baleno,
sempre in ascolto,
sempre in attesa,
pronta a ghermire,
pronta a donare,
pregna di veleno
o di balsamo, tòrta
nelle sue spire
possenti o tesa
come un arco, dietro la porta
angusta o sul limitare
dell’immensa foresta,
ovunque, giorno e notte,
al sereno e alla tempesta,
in ogni luogo, in ogni evento,
la mia anima visse
come diecimila!
È curva la Mira che fila,
poi che d’oro e di ferro pesa
lo stame come quel d’Ulisse.
Tutto fu ambìto
e tutto fu tentato.
Ah perché non è infinito
come il desiderio, il potere
umano? Ogni gesto
armonioso e rude
mi fu d’esempio;
ogni arte mi piacque,
mi sedusse ogni dottrina,
m’attrasse ogni lavoro.
Invidiai l’uomo
che erige un tempio
e l’uomo che aggioga un toro,
e colui che trae dall’antica
forza dell’acque
le forze novelle,
e colui che distingue
i corsi delle stelle,
e colui che nei muti
segni ode sonar le lungue
dei regni perduti.
Tutto fu ambìto
e tutto fu tentato.
Quel che non fu fatto
io lo sognai;
e tanto era l’ardore
che il sogno eguagliò l’atto.
Laudato sii, potere
del sogno ond’io m’incorono
imperialmente
sopra le mie sorti
e ascendo il trono
della mia speranza,
io che nacqui in una stanza
di porpora e per nutrice
ebbi una grande e taciturna
donna discesa da una rupe
roggia! Laudato sii intanto,
o tu che apri il mio petto
troppo angusto pel respiro
della mia anima! E avrai
da me un altro canto.